Sostanza Organica (S.O.) nei suoli

E’ rappresentata la percentuale di contenuto di Sostanza Organica nell'orizzonte superficiale dei suoli bresciani.

Il valore di riferimento è il contenuto in C in termini percentuali dell’orizzonte superficiale, che moltiplicato per 1,72 rappresenta il valore in Sostanza Organica.

Il valore di Sostanza Organica è stato classificato utilizzando i range da bibliografia normalmente utilizzati:

Classificazione Contenuto SO
Molto ricco > 5%
Ricco 3,5-4,9%
Ben dotato 2,5-3,4%
Potenzialmente critico 1,5-2,4%
Povero <1,5%

La tavola relativa al contenuto di Sostanza Organica nei suoli della provincia di Brescia rappresenta un territorio caratterizzato da circa 283.000 ettari (64%) di terreno con contenuto in S.O. ricco/molto ricco, 74.412 ettari (16%) di terreno con contenuto di sostanza potenzialmente critico e 11.000 ettari (2%) con un contenuto di sostanza povero.

Per saperne di più

Premessa

La sostanza organica (S.O.) non rappresenta solo un’importante parte costitutiva del suolo, ma anche la maggiore fonte di cibo e di energia per gli organismi viventi.
Le sostanze organiche del suolo hanno origine, composizione, dinamica e ruoli complessi e ne influenzano le proprietà fisiche, chimiche e biologiche nonché la fertilità.

Il contenuto e le dinamiche della SO variano a seconda dei fattori climatici, della copertura del suolo e dell’uso del territorio, che possono determinare, in alcune zone, processi di erosione e desertificazione.

Le differenze climatiche portano ad un accumulo di Carbonio nei suoli delle regioni del Nord Europa in contrasto con la bassa presenza di Carbonio nelle zone del Mediterraneo.
Le variazioni dovute a copertura e destinazione d’uso del suolo portano spesso ad un accumulo di Carbonio nei terreni erbosi e nelle foreste: le cartografie nazionali disponibili consentono di fare alcune considerazioni relative alle condizioni del SOM a livello europeo:
1. i fattori naturali determinano un’elevata differenziazione fra le regioni del Nord e quelle del Sud Europa per quanto riguarda la presenza di Carbonio nel suolo;
2. le attività umane in generale determinano una perdita di Carbonio nei terreni arabili rispetto ai suoli naturali. La combinazione di fattori naturali e umani nelle regioni del Mediterraneo può portare, causa la bassa presenza di Carbonio, a fenomeni di erosione e desertificazione;
3. le aree forestate ed i terreni erbosi hanno contenuti di Carbonio relativamente elevati, ma la tendenza nelle aree forestali e nelle aree a pascolo è in netto contrasto poiché si registra un aumento di SOM nelle prime ed una diminuzione nelle ultime. L’Ersaf (Ente Regionale per lo Sviluppo Agricolo e Forestale) ha prodotto la carta del “contenuto di Sostanza Organica nell’orizzonte superficiale dei
suoli bresciani” basandosi su una banca dati che copre l’intero territorio della Lombardia.

Le Unità Tipologiche di Suolo (UTS) sono state classificate in base al WRB (FAO, 1998): i Luvisols sono i suoli più diffusi all’interno della pianura (sviluppati su depositi glaciali e fluvioglaciali e depositi delle alluvioni antiche degli affluenti del fiume Po), insieme con Cambisols e Calcisols, questi ultimi nella parte orientale su superfici del tardo Pleistocene. In montagna e collina i suoli largamente dominanti sono i Cambisols, spesso con tipologie di transizione ai Podzols sui substrati acidi cristallini.
Ad essi si affiancano i Podzols veri e propri, gli Umbrisols e i Leptosols nelle aree alpine (questi ultimi specialmente dove le pendenze sono maggiori), Regosols e Leptosols dei substrati carbonatici sulle Prealpi e Luvisols presso il margine con la pianura.

La banca dati georeferenziata alla scala 1:250.000 è parte del SIT (Sistema Informativo Territoriale) della Lombardia e le sue applicazioni sono di supporto alle politiche regionali, sia ambientali che agricole.
Un primo esempio di applicazione riguarda la protezione della qualità delle acque (D.Lgs. 152/99) in applicazione delle direttive europee sui nitrati e sui pesticidi (EU/91/676 e EU/91/414): la banca dati pedologica è servita per derivare una carta della capacità protettiva dei suoli della pianura lombarda nei confronti delle acque sotterranee, che è stata poi sovrapposta a informazioni sulla vulnerabilità degli acquiferi in modo da identificare, in accordo con le direttive europee sopra citate, le cosiddette “aree vulnerabili” a nitrati e pesticidi.
Analogamente i dati sono stati utilizzati per valutare il quantitativo di carbonio organico immagazzinato nei suoli, nel quadro dei principi del protocollo di Kyoto e come contributo alla stima del ruolo giocato dagli agroecosistemi nel sequestrare la CO2 atmosferica.

La Carta provinciale del contenuto di Sostanza Organica nei suoli
L’Ersaf (Ente Regionale per lo Sviluppo Agricolo e Forestale) ha prodotto la carta del “contenuto di Sostanza Organica nell’orizzonte superficiale dei
suoli bresciani” basandosi su una banca dati che copre l’intero territorio della Lombardia.

Le Unità Tipologiche di Suolo (UTS) sono state classificate in base al WRB (FAO, 1998): i Luvisols sono i suoli più diffusi all’interno della pianura (sviluppati su depositi glaciali e fluvioglaciali e depositi delle alluvioni antiche degli affluenti del fiume Po), insieme con Cambisols e Calcisols, questi ultimi nella parte orientale su superfici del tardo Pleistocene. In montagna e collina i suoli largamente dominanti sono i Cambisols, spesso con tipologie di transizione ai Podzols sui substrati acidi cristallini. Ad essi si affiancano i Podzols veri e propri, gli Umbrisols e i Leptosols nelle aree alpine (questi ultimi specialmente dove le pendenze sono maggiori), Regosols e Leptosols dei substrati carbonatici sulle Prealpi e Luvisols presso il margine con la pianura.

La banca dati georeferenziata alla scala 1:250.000 è parte del SIT (Sistema Informativo Territoriale) della Lombardia e le sue applicazioni sono di supporto alle politiche regionali, sia ambientali che agricole.
Un primo esempio di applicazione riguarda la protezione della qualità delle acque (D.Lgs. 152/99) in applicazione delle direttive europee sui nitrati e sui pesticidi (EU/91/676 e EU/91/414): la banca dati pedologica è servita per derivare una carta della capacità protettiva dei suoli della pianura lombarda nei confronti delle acque sotterranee, che è stata poi sovrapposta a informazioni sulla vulnerabilità degli acquiferi in modo da identificare, in accordo con le direttive europee sopra citate, le cosiddette “aree vulnerabili” a nitrati e pesticidi.
Analogamente i dati sono stati utilizzati per valutare il quantitativo di carbonio organico immagazzinato nei suoli, nel quadro dei principi del protocollo di Kyoto e come contributo alla stima del ruolo giocato dagli agroecosistemi nel sequestrare la CO2 atmosferica.

Metadati
Scala di riferimento
1:25.000